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Il repertorio

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AVE VERUM (Elgar)

BENEDICTUS QUI VENIT (gregoriano)

Il canto gregoriano racchiude in se tutta l'esperienza liturgica e musicale della Chiesa Romana d'Occidente sino all'anno 1200 ca., quando iniziò la sua decadenza per la volontà di creare musica nuova inserendo più voci. Possiamo trovare, nel canto gregoriano, un profondo misticismo e un saldo legame tra testo e musica tanto da non renderne sempre facile l'interpretazione e l'esecuzione.

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EL DECEMBRE CONGELAT (PIÙ DICEMBRE) (canto popolare catalano)

È questo un canto popolare spagnolo di autore catalano, che pur nella sua veste polifonica piana e semplice ha un calore e colore particolare che ci mantiene, con gioioso e devoto richiamo, nella poesia del Natale.

NINNA NANNA (Johannes Brahms)

Johannes Brahms di Amburgo, fii grande concertista e compositore specialmente di musica strumentale:
sinfonie, concerti, quartetti, danze ungheresi ecc.
E' molto celebre anche nella musica per canto: cori religiosi e profani, romanze e melodie tra cui la dolcissima" NINNA NANNA"

NACQUE IL SUO BAMBINO (negro-spiritual)

I negro-spirituals sono divenuti famosi oltre che per la loro musica, anche per il testo in essi contenuto. Gli schiavi negri esprimevano le loro angosce e i loro sentimenti col canto che per loro assumeva una grande importanza. Anche questo canto esprime sentimenti umani, le preoccupazioni di una madre, la Madonna, per il futuro del suo Bambino, preoccupazioni comuni ad ogni madre verso i propri figli.

CAND'ES NADU GESUS (canto popolare sardo)

Un canto natalizio tratto dal folclore e dalla tradizione popolare sarda.
Il canto popolare sardo ha un carattere particolare, arcaico, inconfondibile.
Questo brano interpreta felicemente la nascita del Salvatore nella grotta illuminata da uno stuolo lucente di Angeli in volo. Per una resa artistica migliore viene eseguito nella versione originale sarda. Il ritornello riassume tutto il senso del canto: "o Gesù noi siamo poveri, non possiamo offrirti grandi doni; accetta il nostro amore coi quale vorremmo donarti le rocce e i graniti dei nostri monti trasformati in oro.

IN NOTTE PLACIDA (Francois Couperin)

Francois Couperin detto il grande, fa parte di una famiglia di musicisti che per due secoli furono quasi tutti organisti a Parigi.
Compose musiche per clavicembalo, sinfonie, concerti e musica Sacra. La composizione, originariamente per soli strumenti, è un adattamento di un testo natalizio alla celebre pastorale per organo.

ASTRO DEL CIEL (Franz Grüber)

Sono trascorsi ormai parecchi anni da quando in un piccolo paesino della Germania nella notte di natale si udì risuonare il soave canto "Stille Nacht".
Questa laude natalizia dalle origini umilissime, è penetrata sempre più nell'animo del popolo non solo tedesco, e non si esagera a dicendo che non vi è più paese che non canti tradotto nella propria lingua "Stille nacht".

NAVIDAD A. Ramirez (1921-)

La Navidad Nuestra è stata concepita come rappresentazione creola della natività di Gesù. In essa ciascun momento del mistero della incarnazione è espresso in forma popolare, con tuffa la tenerezza che il miracolo di due millenni fa evoca nello spirito della gente semplice e di fede. Ariel Ramirez, autore della musica, ha dato ad ogni episodio una voce regionale distinta e peculiare. Per rivestire la musica di questi canti sono stati necessari versi semplici e pieni di tenerezza. Il poeta che ha collaborato con Ramirez per la stesura del testo è Felix Luna. Le parole, unite alle melodie di ispirazione popolare, hanno reso possibile il successo di una forma che pur mantenendo le caratteristiche ispano-americane, ha saputo acquisire un valore ed uno spessore universali.

AL CIANTE IL GIAL (canto pop. Friulano)

Il canto è scritto in lingua originale friulana. Molto semplice nelle linee melodiche ed elementare nello svolgersi delle armonie, risulta molto efficace e toccante. Racconta la storia di un ragazzo che rivolge il suo saluto alla propria bella; l'indomani deve partire per la guerra.
Armonizzato a quattro voci miste dal maestro Compri.

LERCHENGESANG (F. Mendelssohn)

Questo è il secondo brano del trittico di lieder intitolato IL PRIMO GIORNO DI PRIMAVERA che apre l'opera 48. Costruito sapientemente il canto delle allodole , cosi è la traduzione in italiano, è un doppio canone con coda. Chi scrive il testo immagina di poter seguire nel cielo le allodole e cantare con esse. Una piacevole melodia dei soprani, e dei contralti per terze, apre il pezzo. Quindi entrano tenori e bassi sulla stessa melodia, mentre soprani e contralti li accompagnano sullo stesso testo ma con una diversa melodia. Riportiamo la traduzione del testo: che dolce suono, o allodola, il tuo canto! Si alza, si agita con gioia. fu mi prendi qui, io canto con te, noi saliamo fra le nubi verso il sole.

LA CITTÀ DELL'AMORE (don Valentino Donella)

Il brano, scritto da don Valentino Donella, narra le bellezze della nostra città: Verona. Il testo della poetessa veronese Gabriella Negri descrive la città come una bella fanciulla nei cui occhi si rispecchiano campanili e merli di castelli.
Il brano è stato scritto per la corale in occasione della partecipazione al concorso internazionale che si svolge tutti gli anni a Verona nella settimana dopo la Pasqua.

KYRIE (dalla Misa Crolla) A. RAMIREZ

Il brano è tratto dalla Misa Criolla scritta dall'autore argentino Ariel Ramirez. Scritta su un testo castigliano, è una combinazione sorprendente di melodie dello stesso compositore con forme e ritmi tradizionali dell'Argentina e dell'America spagnola. La messa è scritta per solista coro ed un gruppo di strumenti tipici dei luoghi andini. Il Kyrie utilizza come strumento il solo tamburo argentino e, nel suo andamento ritmico, suggerisce nella parte solistica la vastità, la solitudine e l'aridità degli altipiani andini.

GLORIA dalla cantata 140 J.S.Bach

Questo è il corale conclusivo della cantata 140 Wachet auf ruft uns die Stimme, scritta intorno al 1730 per la 27a domenica dopo la festa della Trinità. La composizione utilizza come base il materiale sia testuale che melodico. Il testo iniziale è preso da un Lied originale e continua poi con passi biblici tratti principalmente dal Cantico dei Cantici, e suggerisce una forma a dialogo fra Gesù e l4Anima. La cantata si conclude con il corale armonizzato del Gloria, che ora ci verrà proposto dalla corale.

REGINA CŒLI (Orlando di Lasso)

La produzione musicale di Orlando di Lasso, compositore fiammingo del secolo XVI° si impone all'ammirazione per la sua vastità, unita alla varietà dei generi trattati che riassumono tutta l'esperienza di tutta la musica continentale della seconda metà del 1500. Di Lasso esprime tutta la sua religiosità nella composizione dei mottetti dei quali fa parte anche il brani che ascolteremo. Il brano inizia con i tenori che intonano l'antico tema gregoriano. Si aggiungono poi le altre voci in gioco contrappuntistico di alto livello.

REGINA CŒLI (Orlando di Lasso) Liturgia

Il Signore è davvero risorto. Alleluja! A Lui gloria e potenza nei secoli eterni! Regina dei cieli, Rallegrati; Cristo, che hai portato nel grembo, è risorto come aveva promesso. Prega il Signore per noi, Alleluja! La festa della Pasqua è tutta incentrata sulla memoria di Cristo risorto: la vita è rinnovata dalla Risurrezione.

O BONE JESU (Giovanni Pierluigi da Palestrina)

O. Pierluigi da Palestrina è considerato il più importante rappresentante della Scuola romana durante il 1500. La sua opera come compositore è considerata la manifestazione più perfetta dello stile polifonico a cappella ed il coronamento del contrappunto vocale del Rinascimento. Anche il breve mottetto che ascolteremo, pur nella sua semplicità ed essenzialità, dimostra come la polifonia avesse raggiunto, a quel tempo, un alto grado di compostezza armoniosità ed equilibrio.

NELL'ULTIMA TUA CENA (J.S. Bach)

E' sicuramente uno tra i più celebri corali di J. 5. Bach. Verrà eseguito quieto questa sera nella versione per sole voci, ma Bach lo ha inserito nella sue passioni secondo Giovanni e Matteo con armonizzazioni diverse ma sempre con l'accompagnamento dell'orchestra.
E' un canto molto suggestivo dove le singole melodie vocali si muovono con grande eleganza dando vita ad una armonia dei suoni ancora più raffinata.

O CAPO INSANGUINATO (J. S. Bach)

Verrà ora eseguita una delle pagine, più famose di Johann Sebastian Bach. Quella che sentiremo è una delle tante trascrizioni di questo brano. Tuttavia lo stesso Bach ha usato questa melodia in diversi momenti: con coro e orchestra, per organo, e, come ora sentiremo, per solo coro.

CHORAL (J.S.Bach) (Erkenne-Ich bin's)

E' il momento della Passione. "Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ... apparso in forma umana umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte, e alla morte di croce. Per questo Dio lo ha esaltato e gli ha dato il nome che è sopra ogni nome; perché nel nome del Signore ogni ginocchio si pieghi ... e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre".

POPULE MEUS (T.L.de Victoria)

Tomas Luis de Victoria è il massimo esponente del Rinascimento spagnolo, degno di figurare accanto a Palestrina e Orlando di Lasso. Questo brano, da lui scritto fa parte dei canti responsoriali eseguiti durante la liturgia dell'Adorazione della Croce del Venerdì Santo, detti anche improperia: consistono in rimproveri rivolti dal Cristo, morente sulla Croce, al popolo Ebraico.

POPULE MEUS (T.L.de Victoria) Liturgia

"Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'anno accolto...". Il rifiuto di un popolo riassume, in un certo senso, il rifiuto, l'ottusità, l'incredulità dell'uomo di ogni tempo posto di fronte ai valori di verità, di giustizia e di amore che Dio ha rivelato in Gesù. 'O Popolo mio, che male ti ho fatto? In che ti ho provocato? Dammi risposta. Io per te ho flagellato l'Egitto e i primogeniti suoi, e tu mi hai consegnato per essere flagellato. Io ti ho guidato fuori dall'Egitto e ho sommerso il faraone nel mar Rosso e tu mi hai consegnato ai capi dei sacerdoti. Io ho aperto davanti a te il mare e tu mi hai aperto con la lancia il costato. Io ti ho esaltato con grande potenza e tu mi hai sospeso sul patibolo della croce"

STABAT MATER (Giovanni Croce)

Il testo del prossimo brano è forse tra i più significativi nella liturgia della settimana Santa. Molti autori lo hanno usato nelle proprie composizioni. In questo caso Giovanni Croce, autore del pezzo, riesce a spiegare musicalmente il dolore della Madre di Cristo ai piedi della Croce. Madre impotente, triste, talvolta disperata ai piedi del Figlio Crocifisso Trafitto ormai esangue da una lancia.

STABAT MATER (Zoltan Kodaly)

Il testo del prossimo brano è forse tra i più significativi nella liturgia della settimana Santa. Molti autori lo hanno usato nelle proprie composizioni. In questo caso Zoltan Kodaly, autore del pezzo, con una melodia semplice ed una armonizzazione molto efficace, riesce a spiegare musicalmente il dolore della Madre di Cristo ai piedi della Croce. Madre impotente, triste, talvolta disperata ai piedi del Figlio Crocifisso Trafitto ormai esangue da una lancia.

STABAT MATER (Liturgia)

"Stavano presso la croce di Gesù sua Madre e la sorella di sua Madre". Addolorata, in pianto la madre sta' presso la croce da cui pende il figlio. Immersa in angoscia mortale geme nell'intimo del cuore trafitto da spada. Quanto grande è il dolore della Benedetta fra le Donne, Madre dell'Unigenito! Chi può trattenersi dal pianto davanti alla Madre di Cristo in tanto tormento? Per noi Ella vede morire il dolce suo Figlio, solo nell'ultima ora. Uniscimi al tuo dolore per il Figlio tuo Divino che per me ha voluto patire.

QUAND JE BOIS DU VIN CLAIRET (Pierre Attignant)

Questo brano appartiene al genere rinascimentale francese chanson à boire: canti che venivano eseguiti e molto probabilmente danzati, durante le feste. Il tourdion, infatti, è una danza popolare in tempo ternario molto diffusa in questo periodo. Il testo scherzoso inneggia al vino e al suo potere inebriante che riesce a far dimenticare i dispiaceri della vita quotidiana.
Il brano è composto secondo lo stile polifonico a quattro voci, che eseguono melodie molto diverse tra loro, creando un piacevole intreccio sonoro. La melodia principale è affidata ai soprani mentre le altre tre, eseguita dalla voci più gravi, hanno il compito di sostenerla.

SON OUESTI I CRESPI CRINI (Claudio Monteverdi)

Allievo forse non prediletto di Marcantonio Ingenieri, ricalca il maestro anche nel madrigale e nelle canzonette. Quello che ascolteremo è una canzonetta a tre voci le quali entrano una ad una per imitazione. Il testo, chiaramente amoroso, descrive lo stupore dell'innamorato davanti alla bellezza della propria amata.

LA NOTTE (canto popolare)

Il titolo in se riesce a creare una atmosfera suggestiva: un cielo stellato, l'argenteo chiarore della luna, il flebile canto dell'usignolo in una splendida notte di pace sono i motivi conduttori di questo semplice e grazioso brano di cui non si conosce l'autore.

C'ERRENO TRE 'SSORELLE (canto popolare)

Canto popolare di origine probabilmente veneta che riprende le parole di una famosa filastrocca. Giulietta, la più bella di tre sorelle, ed ormai in età da marito, decide di tentare l'avventura. Ma proprio in mezzo al mare le cade l'anello che verrà ripescato da un bel pescatore... e tutto avrà un lieto fine.

MONFERRINA (canto popolare piemontese)

Questo brano è una canzone a danza di origine piemontese; il nome stesso ha chiari riferimenti al Monferrato. Il ritmo è molto accentuato e allegro. Il testo, scritto in dialetto piemontese, si svolge tutto tra il cavaliere galante e la dama preferita che vuole invitare alla danza.

PICCOLO DAVID (negro-spiritual)

I canti negro-spiritual sono divenuti famosi, oltre che per la loro musica, anche per i testi in essi contenuti. sono canti che nascono dall'animo del popolo negro portato in schiavitù in America. I negro-­spirituals riescono a tradurre in musica i sentimenti più profondi; generalmente il testo è a carattere reli­gioso: infatti nel brano vengono narrate le gesta di alcuni personaggi dell'Antico Testamento.

AVE MARIA (Jacob Arcadelt)

E' questo un canto dove la polifonia vocale non ha ancora raggiunto grandi livelli, ma tuttavia troviamo già solide le basi di tutto quel fiorire di canti che sfocerà anche nella polifonia vocale italiana del rinascimento.
Il brano è composto dall'autore fiammingo Jacob Arcadelt. Nelle sue composizioni si trovano sia la tecnica imitativa che quella accordale, ma vi è comunque una tendenza verso l'espressività delle linee musicali.

AVE VERUM (W. A. Mozart)

Il brano probabilmente non ha bisogno di grandi presentazioni: è forse tra le più famose composizioni di Mozart.
Siamo già in un'epoca diversa rispetto al barocco di J. 5. Bach; i procedimenti armonici sono più complessi e talvolta più arditi tanto da risultare non eccessivamente semplice l'esecuzione.

MORGENGEBET (Felix Mendelssohn)

Braon appartenente al periodo musicale conosciuto come romanticismo, di cui Felix Mendelssohn è uno dei più significativi autori.
Tuttavia al contrario di altri suoi contemporanei, questo autore non soffre il Romanticismo come urto di passioni o conflitto di sentimenti. Nascono così composizioni di carattere sereno con immagini tenere e gentili raramente increspate dai veli della malinconia e della tristezza.
Questo è quanto si può ascoltare nella "Preghiera del mattino" che il coro esegue nella versione originale tedesca intitolata MORGENGEBET.

MARINARESCA (Federico Caudana)

Già dal titolo è possibile capire l'argomento del brano; se poi lo ascoltiamo nel suo procedere a tempo di barcarola possiamo renderci conto che l'argomento in questione riguarda una specchio d'acqua, fiume o mare che sia. L'ambientazione è suggestiva: le prime ombre della sera, la barca che si stacca dalla riva silenziosa ed il marinaio che voga con la sua faccia "bruna e ardita". Nel frattempo nel cielo brilla una stella e anche questa sembra tremare al ritmo delle onde e del vogare del marinaio.

KALINKA (canto popolare Russo)

Forse uno dei più famosi e conosciuti canti popolari russi. È in realtà una danza tipica di quelle popolazioni. Una dimostrazione ne è l'andamento ritmico che inizia lentamente ed accelera via via che il canto va avanti. Molto suggestivo ed èsplosivo il finale ma, più di tutte le spiegazioni, vale l'ascolto di questo brano intitolato KALINKA.

PUER NATUS Prrtorins (1571-1621)

"Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia. E subito apparve una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama."

LA. LA. LA. JE NE L'OSE DIRE (Pierre Certon - morto nel 1572)

Tipico brano della polifonia profana del 1500 sia per il tema trattato che per lo stile musicale. È questa una canzone strofica nella quale si narra, anche se non si vorrebbe farlo, di un signore geloso della sua donna. E pare abbia ben ragione di esserlo in quanto, ma non si osa dirlo, la moglie lo tradisce. La storia purtroppo non finisce bene: l'uomo, dalla disperazione, si impicca e la moglie, quasi per una coincidenza diabolica, lo segue. Alla fine però una morale: nello stesso momento in cui ci si sposa e bene pensare che lo si fa' per l'eternità.

ERSCHIENEN IST DER HERRLICH TAG (Rans Haselböck)

E' l'esplosione della nostra gioia; dopo la sofferenza e la prova della passione, il bene sconfigge il male e la vita trionfa sulla morte. E il giorno meraviglioso della Pasqua ma nessuno, di ciò, potrà mai rallegrarsi a sufficienza. Il Signore Risorto annienta il peccato e a noi non rimane altro che cantare e lodare con l'Alleluja il trionfo di Dio.

DOMINUS DIXIT Gregoriano

Gesù che nasce è la Parola di Dio che si fa' carne. Annunzierò il decreto del Signore. Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato. Tu chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra.. In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il verbo era Dio.. A quanti l'anno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio.. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la Sua Gloria...».

O SANCTISSIMA ANIMA (P. Mariano Miolli)

Questa composizione è del contemporaneo P: Mariano Miolli. È un inno al transito beato di S. Francesco. La musica interpreta felicemente il testo, le cui parole esaltano dapprima l'anima del Santo, in un secondo momento manifestano l'esultanza del coro degli angeli ed infine invitano a restare eternamente nelle schiere dei beati.

TIROLESE (Gioacchino Rossini)

Tratta dal Guglielmo Tell di G. Rossini, la tirolese è una danza cantata con la quale un gruppo di tirolesi festeggia i 100 anni della presenza austriaca in Svizzera. Di notevole interesse come il genio musicale di Rossini abbia previsto il solo utilizzo delle voci come accompagnamento alla sezione che canta la melodia.

EN CLARA VOX Gregoriano

Questo brano si riferisce al periodo liturgico dell'avvento. E il periodo dell'attesa paziente ed operante della venuta del Cristo. È la pazienza di chi sa che il regno di Dio si costruisce lentamente. "Siate pazienti fino alla venuta del Signore. Guardate l'agricoltore: egli aspetta pazientemente il flutto della terra finché abbia ricevuto le piogge d'autunno e le piogge di primavera. Non lamentatevi gli uni degli altri, per non essere giudicati: ecco, il Giudice è alle porte".

VELUM TEMPLI (Marco Antonio Ingegneri - 1547-1592)

Di famiglia veneziana, nasce a Verona e compie gli studi presso la scuola del duomo della città natale. Intorno al 1570 si trasferì a Cremona dove, nel 1576 fu nominato rettore di quella cappella musicale. il suo stile musicale si avvicina a quello della scuola Romana tanto che i suoi 27 responsorii della settimana santa, da cui è tratto il brano, furono attribuiti per lungo tempo a Palestrina. Il brano descrive l'attimo successivo alla morte di Cristo: «Il velo del tempio si squarcio in due da cima a fondo e la terra si mise a tremare; si aprirono le tombe e molti corpi di santi che erano morti, risuscitarono».

ELI ELI (G. Bardos)

Questo brano si inserisce tra la folta schiera di composizioni che nei secoli hanno accompagnato il ricordo della passione, morte e resurrezione di Cristo.
L'autore, contemporaneo, ha mirabilmente saputo rivestire le parole di Cristo morente sulla croce con linee melodiche, passaggi armonici e alternanze espressive che danno al brano un tocco di notevole intensità.
La prima parte è di carattere descrittivo: "Dall'ora sesta all'ora nona si fece buio su tutta la terra e verso l'ora nona Gesù esclamò a gran voce: Eli, Eli, lamma sabacthani?"
È la seconda parte del brano, la più intensa; il grido di Cristo morente che si fa sempre più affannoso e debole fino ad emettere l'ultimo respiro.

DA GROSSVATA (popolare Austriaco)

Il brano ha per il nostro coro una importanza rilevante in quanto è il frutto di un'amicizia con un coro austriaco. Narra l'amore tra nonno e nipote; l'uno che riposa e l'altro che, nel pieno della sua giovinezza, "vive". L'amore tra i due è inteso come grande fortuna. Si parla, in fondo, di due stagioni diverse della vita, così come l'estate e l'inverno. Non cadono stelle dal cielo, ma semplicemente il mondo continua, come una ruota che gira.

DER SCHMIDT (R. Schumann)

La traduzione del titolo in italiano di questo brano e il Fabbro. È infatti una gentile fanciulla che sente il suo tesoro che percuote il martello; Il rumore che risuona, si ode in lontananza come scampanio di campane per vie e piazze. Il suo amato sta presso il camino nero; gli passa vicino, i mantici sibilano, le fiamme schioppettano e divampano attorno a lui. E chissà che, ascoltando questa bella pagina Romantica, non riusciamo ad immedesimarci nel pensiero della fanciulla, tanto da udire anche noi il martello che risuona.

UBI CARITAS (Maurice Duruflé 1902-1986)

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto.
È un grande atto di amore e di carità e Gesù ce lo lascia come eredità: Dove c'è carità e amore qui c'e Dio.